borsa s. f. [lat. tardo _bŭrsa_, dal gr. βύρσα «pelle, otre di pelle»]. – 1. a. In origine, sacchetto di pelle o di stoffa, di varia foggia e grandezza, usato per portare con sé denaro o altri oggetti. Attualmente il termine designa sia la borsa piccola con manici o tracolla (anche borsetta), sia la borsa più grande, generalm. rigida e a un manico, adoperata soprattutto per portare libri, carte, documenti e sim.: b. con manici in bambù; b. portadocumenti, b. portacomputer; b. da postino, fornita di cinghia così che si possa portarla a tracolla appoggiata alla spalla. b. Nella liturgia cattolica, busta quadrata di cartone ricoperto di seta o di lino, in cui si ripone il corporale (non più obbligatoria nella nuova liturgia). c. Altri tipi, per varî usi: b. della spesa; b. da tabacco; b. da viaggio, valigetta con l’occorrente per la toletta durante il viaggio o nelle soste; b. del ghiaccio, impermeabile, per applicazioni di ghiaccio su parti malate, allo scopo di fermare emorragie, ecc.; analogam., b. dell’acqua calda, sacchetto, in genere di gomma e di forma appiattita, per applicazioni d’acqua calda (lo stesso che boule). 2. Locuzioni fig., riferite alla borsa in quanto serve a contenere denaro: avere la b. piena, ben fornita, avere molto denaro; al contr., avere la b. vuota, asciutta, essere senza soldi; empirsi la b., fare quattrini; aprire, sciogliere, allargare la b., spendere, donare generosamente; al contr., chiudere, serrare, stringere la b.; mettere mano alla b., per tirare fuori i soldi, quindi pagare; tenere la b. stretta, essere avaro; mungere la b. di qualcuno, spillare denaro. Per estens., il denaro stesso: mettere a disposizione di qualcuno la propria b.; rimetterci di b.; spendere, pagare di b. propria, con la b. altrui; fare b. comune, mettere in società i guadagni e le spese; prov., chi fa (o chi sbaglia) di testa paga di b.; o la b. o la vita, tipica intimazione dei banditi di strada. In partic., b. di studio, somma di denaro messa a disposizione (di solito mediante concorso) di uno studente, perché possa seguire un corso di studî in patria o all’estero, o di uno studioso, perché possa dedicarsi a una determinata ricerca o al perfezionamento in un’arte, disciplina o professione. Nel pugilato, è chiamato b. l’importo del premio in denaro pattuito per ciascun pugile per ogni incontro. ◆ Dim. borsétta, borsina e raro borsino m., borsétto e borsèllo m., borsellina; accr. borsóne m., borsóna; spreg. borsùccia; pegg. borsàccia.